“non si preoccupi signora…”.
Un dentista è abituato a sentire questa frase centinaia di volte durante la sua vita professionale e, come per tutte le cose per le quali si fa l’abitudine, anche in questa situazione la mia risposta è quella che in decine di altre situazioni sono abituato a dare:
“non si preoccupi signora… aspettando un po’ vedrà che il dentino da latte sarà sostituito da quello permanente”.
E dall’altra parte della cornetta:
“Ma no, dottore, guardi che si tratta di un dente definitivo!”.
“È sicura signora? Guardi che è difficile che sia successa una cosa del genere…”
“Sì, mia figlia è caduta dalla bicicletta, siamo in villeggiatura e non sappiamo cosa fare!”.
Maledetto pilota automatico, avevo dato per scontato che la perdita del dente fosse relativa ad un elemento da latte e non a un definitivo (quindi un dente che non verrà più cambiato).

Traumi dentali
Devi sapere che la gestione dei traumi dei denti definitivi può essere molto complessa.
La complessità è legata al fattore tempo: già, più si riesce ad essere veloci e ad intervenire tempestivamente e migliori potranno essere i risultati ottenuti dal nostro intervento.
Piccolo inciso: quel giorno era il 13 agosto.
Ma come ogni anno, il nostro studio è aperto per garantire un servizio anche nel periodo delle vacanze estive. Aggiungi il fatto che più del 90% di questi traumi avviene su denti frontali, quindi quelli più importanti da un punto di vista estetico.
Capirai facilmente come mai nella mia testa si sia acceso un campanello d’allarme grande come una casa.
Alcuni consigli alla mamma su come conservare il dente caduto e dò subito indicazioni alla mia segretaria di liberarmi un posto per poter vedere la ragazzina infortunata.
Passano una quarantina di minuti e purtroppo mi rendo conto che la cosa peggiore che potesse accadere era proprio successa: avulsione totale di un incisivo superiore, ragazzina di 10 anni.
Cosa significa? Significa che il dente era stato ESPULSO in TOTO, interamente, corona e radice: in queste situazioni in bocca non rimane che l’alveolo, lo spazio lasciato appunto vuoto dalla mancanza del dente.
Perché ho detto che è la cosa peggiore che possa capitare? Devi sapere che solitamente i traumi dentali coinvolgono la CORONA del dente, che può spezzarsi in maniera più o meno grave.
In queste situazioni, esistono molte tecniche per riattaccare il frammento fratturato, oppure, nel caso sia andato perso, di ricostruire con dei materiali estetici la parte mancante.
Quando, invece, è il dente INTERAMENTE ad essere stato perso, spesso in seguito ad un forte trauma, la situazione si complica: tieni a mente che stiamo parlando di una bambina, di un dente frontale e della possibilità che il suo sorriso possa rimanere compromesso per tutta la vita.
Non è possibile infatti, in una paziente così giovane, sostituire un dente mancante con un impianto: ciò che si può fare è utilizzare una corona provvisoria, in genere incollata ai denti di fianco, in attesa che la crescita avvenga e, intorno ai 18-20 anni, eseguire un impianto dentale. Senza considerare il disagio vissuto da una giovane ragazza nel portare un dente finto sull’incisivo.
Il più importante nell’estetica del sorriso, con il timore sempre che si possa staccare o rompere, anche una volta raggiunta la possibilità di mettere un impianto. Bisogna tenere conto che l’estetica di un impianto non sarà mai esattamente uguale a quella di un dente naturale, così come la sua durata nel tempo.
Ecco perché, come ti ho detto prima, il campanello d’allarme che è squillato nella mia testa è stato proprio questo: intervenire il prima possibile per poter avere delle chance di salvare quel dente.
Proprio perché nel caso delle avulsioni l’aspetto più importante è proprio il fattore TEMPO. Ciò che è stato tecnicamente fatto, ai fini del mio racconto, non è molto importante.
Ti invito semplicemente ad osservare il risultato finale nelle foto qui sotto (sono nascoste, nel caso fossi impressionabile) del prima e del dopo il nostro intervento.
Ora Sara (è un nome di fantasia) ha delle chance altissime di poter mantenere il suo dente in bocca per tutta la vita, senza essere condannata ad avere un dente finto e avere timore di sorridere.
Abbiamo fatto qualcosa di sensazionale? No.
Siamo dei benefattori? Assolutamente no.
Abbiamo deciso di continuare a garantire assistenza mantenendo lo studio aperto anche in quelle che normalmente sono delle settimane di chiusura.
È una decisione della quale siamo sempre stati fermamente convinti. Oggi, il sorriso di Sara, ci ha dato un po’ più ragione.
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Dir. San. Dott. Daniele Chillari
Dott. Genc Topalli
Dott. M.Francesca Cirigliano